Debutto: Aula Magna Cavallerizza Reale, Università di Torino, 17 Settembre 2024.
La scelta del teatro come medium con il quale raccontare Erasmo nasce dal bisogno di dialogare con la sua figura, dall’istanza che lo spettacolo necessariamente pone di presenza e contemporaneità; non guardare dunque allo studioso come a una figura tratta da un’enciclopedia ma porlo al centro di una riflessione, in mezzo a noi, adesso. Il progetto ha inteso portare il teatro dentro l’Università, agendo nello spazio che solitamente è dedicato all’insegnamento, così da creare un effetto di straniamento nello spettatore-studente. È proprio nell’Aula Magna dell’Università che lo vide dottorarsi nel 1506 che il pensiero di Erasmo prende nuovamente corpo, interrogando gli spettatori di oggi su come la sua visione del mondo riverberi nella contemporaneità.
Erasmo è sempre stato, per scelta, in mezzo. Tra il furore partigiano del teologo di Eisleben e la repressione della chiesa, ha sempre deciso di non piegare il proprio pensiero alle tesi di chi lo circondava, continuando a indicare una strada. Lontana, forse perduta nel turbine di passioni lo circondavano. Il fascino della sua figura sta, forse, proprio in questa postura oraziana con cui guardava ai conflitti del suo tempo. La continua ricerca di una terza via, di un cammino maestro che unisca, non può che parlare allo spettatore di un’epoca come la nostra, in cui la polarizzazione delle opinioni ha finito per erodere il middle ground, il terreno di confronto. In cui i conflitti hanno ripreso ad esplodere con una violenza che avevamo dimenticato. Questo progetto nasce per mettere la posizione di Erasmo, radicalmente ambigua, laterale, sconfitta dalla Storia, al centro della riflessione. Senza nessun interesse a farne un santo, anzi con quello per indagare, e quindi necessariamente porre in dubbio, la sua sacralità.
Lo spettacolo indaga la vita di Erasmo, mettendo al centro dell’attenzione una figura che ha voluto sempre rimanere nascosta, in disparte, concentrandosi sui lati ambigui della sua figura, sulle contraddizioni del personaggio e del suo credo. Lo studioso, ritratto negli ultimi anni della sua vita, è condotto in un viaggio immaginifico attraverso la propria vita, posto in costante dialogo con le figure che l’hanno segnata, dal pittore Dürer allo scrittore More; come attraversando una galleria di ritratti che a lui si rivolgono per chiedergli conto delle sue azioni e delle sue non-azioni. Fino all’incontro con il grande seguace e avversario, Martin Lutero, che mai si verificò nella realtà. In una riflessione sulla violenza insita nel processo storico, i tre attori ricoprono i moltissimi ruoli previsti dal dramma, attorno a una scenografia imponente ed evocativa che richiama alle strutture delle chiese barocche e ai polittici del Beato Angelico. Immerso in questa cornice, Erasmo viene posto al centro di un processo al pensiero.
Il desiderio di lavorare su Erasmo da Rotterdam nasce dal bisogno di capire come ci parla oggi, in un mondo che assiste ad un nuovo e spaventoso fiorire di conflitti su larga scala. Faremo incontrare questa istanza brechtiana con il linguaggio freddo ma profondamente umano di Carl Theodor Dreyer. Prendendo spunto dalle strutture gotiche degli altari delle chiese nord-europee, costruiremo un polittico attorno a chi non ha mai voluto essere al centro dell’attenzione.
Giovanni Ortoleva
progetto e regia …………..Giovanni Ortoleva
testo e drammaturgia …….Riccardo Favaro
interpreti ………………… ..Alfonso De Vreese, Matteo Federici, Nika Perrone
scenografia …………………Federico Biancalani
costumi ……………………..Micol Vighi
musiche …………………….Pietro Guarracino
produzione esecutiva ……..Elsinor – Centro di produzione teatrale
produzione……. UniVerso – Università di Torino